CAMBIO DI PROSPETTIVA

Quegli occhi l’avevano colpita dal primo istante che avevano incrociato i suoi, e quel sorriso… non avrebbe mai smesso di baciarlo.

Lui in trasferta lontano da casa  e lei disillusa dall’amore da anni ormai.

La reticenza, i valori ed il senso di responsabilità che aveva percepito molto forti e radicati in esso l’avevano portata pian piano a togliere maschera ed armatura, che solitamente usava per mantenere quel distacco necessario a non compromettere l’equilibrio emotivo tanto faticosamente raggiunto, per non soffrire ancora.

E scoprì che la felicità è donarsi totalmente, spontaneamente, senza aspettative, paure e titubanze.

Dal “non dobbiamo farci coinvolgere” che avevano stabilito, sapendo che la loro storia sarebbe stata a tempo determinato, fu semplice ed istintivo passare al buongiorno del mattino, al raccontarsi problemi lavorativi, al cenare insieme, al baciarsi in pubblico, pure di fronte ai colleghi di lui, compromettendosi, finendo con l’addormentarsi e risvegliarsi in un unico abbraccio.

Con la sua disarmante intelligenza emotiva ogni parola, gesto e persino ogni pensiero erano perfetti ed al momento giusto. Aveva capito che a lei erano mancate ogni forma, anche scontata, di attenzioni, ed aveva deciso di regalarle le sue premure e la sua gentilezza.

Si preoccupava di chiederle come stava, se aveva dormito bene, se aveva mangiato, domande ovvie, ma che nessun uomo,  preso dalla smania di se e dal non voler apparire “debole”, le aveva mai posto.

Così scoprì che il vero uomo, con la U maiuscola, ha il coraggio di esprimere la sua sensibilità e le sue emozioni.

E la gentilezza, sincerità, spontaneità, tranquillità, serenità, eccitazione, estasi, felicità… divennero persona.

Ora lui è tornato alle sue responsabilità ed alla vita che ha scelto, e lei… è persa.

Gli mancano quegli occhi, il suo sorriso, le sue mani, i suoi abbracci. Ridere e stupirsi quando esprimevano contemporaneamente gli stessi pensieri o si anticipavano reciprocamente  parole, o frasi di canzoni che rispecchiavano le situazioni che stavano vivendo, a tal punto che lui le aveva detto “Sei incredibile”.

Le mancava da impazzire la serenità che lui le trasmetteva, quella “rara sintonia” che si era creata tra loro dal primo sguardo.

Le amiche, credendo di aiutarla, iniziarono a denigrarlo dicendole che era stato solo più furbo, che ora era tornato alla sua vita e l’aveva o l’avrebbe dimenticata presto.

Ma questi “consigli” non l’aiutavano, anzi.

Il pensiero che lui l’avesse presa in giro la faceva stare male.

Quella frase scritta in un messaggio mentre stava rientrando “Noi andiamo avanti, ci stiamo avvicinando ad una meta lasciandone un’altra. Sono contento di scendere, di andare a casa ma guardando dallo specchietto qualcosa già  mi manca. Non so. Forse non dovrei dirtelo ma “dietro” c’è davvero qulacosa per cui vale la pena ritornare… QUESTO MIO PENSIERO PER DIRTI CHE MAI HO MENTITO O FALSATO QUELLO CHE C’È STATO O C’È.”… non poteva essere una bugia, come tutte le belle emozioni e sensazioni che si erano reciprocamente trasmessi.

Ed il suo umore iniziò ad incupirsi.

E ci mancò poco al ricadere nella rabbia e nel rancore nei confronti della vita che le aveva fatto assaporare e trovare quello che cercava da sempre, per poi riprenderselo.

Facile incolpare il destino avverso,  rifugiarsi e crogiolarsi nell’auto commiserazione, ma anche deleterio.

Non voleva tornare ad essere triste ed arrabbiata, non voleva lasciare che la sua “mente” trasformasse qualcosa di così bello e speciale in un “dispetto della vita” da dimenticare.

E decise così di cambiare prospettiva.

Gli aveva aperto completamente la sua vita, l’aveva accolto nella sua casa e presentato addirittura i figli.

Erano troppe le situazioni che glielo ricordavano in ogni momento, e non poteva rattristarsi ogni volta.

Ormai lo vedeva nel suo letto, nel suo bagno, in cucina ad aiutarla nella preparazione della cena, a tavola, passeggiare per la sala parlando al telefono, baciarla sotto il portico.

Lo vedeva transitando nelle vicinanze di dove alloggiava, al suo fianco in macchina.

Passando ogni giorno di fronte all’azienda dove lavorava ed al bar dove si erano trovati, presi dalla smania di salutarsi, una mattina a colazione, il suo pensiero era per lui.

Non poteva permettere che la tristezza che la assaliva percependo la sua mancanza al ritorno, senza di lui, al ristorante che era solita frequentare, le rovinasse i pasti.

Quindi iniziò a sorridere ogni volta che vedeva il suo viso accanto a lei.

Decise di godere ancora di quell’amore che era riuscita a provare e che era rimasto dentro il suo cuore.

La faceva stare bene quella sensazione di “amore pieno” che sentiva dentro, che la cullava, facendola sentire al sicuro, che la rasserenava, rallegrava e la faceava sorridere.

Decise che non voleva vivere quell’esperienza come un’ennesimo dispetto della vita nei suoi confronti, ma come un suo “dono”.

Il destino questa volta aveva voluto farle un regalo facendole conoscere una persona speciale che le aveva “riattivato il cuore”, dandole di nuovo fiducia nell’amore e negli uomini, e questo cambio di prospettiva influenzò i suoi pensieri, cambiandoli, e permettendole di rimanere serena e godere di questi ricordi in modo positivo.

Basta sopravvivere nella paura, aprire la sua vita all’amore le aveva permesso di tornare  a vivere le belle emozioni.

Nella tavolozza  per dipingere il suo capolavoro mai più solo nero e sfumature di grigio ma tutti i colori dell’arcobaleno.

All you need is love.

Un abbraccio

Dany

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