
QUEL SALTO NEL PRECIPIZIO… PAURA DI CADERE O VOGLIA DI VOLARE?
Per il filosofo Soren Kierkegaard l’angoscia è il sentimento del possibile, la condizione esistenziale generata dalla vertigine della libertà, ovvero dalle infinite possibilità dell’esistenza.
Quest’inquietudine, secondo il filosofo, è il fondamento del peccato originale, in quanto Adamo, che viveva liberamente e spensieratamente nel paradiso dell’Eden, messo di fronte ad un divieto, inizia a credere all’esistenza di una libertà diversa.
Questo tormento, dovuto alla voglia di volare trattenuta dalla paura di cadere, è connesso al futuro, poichè è il sentimento del possibile, ed il possibile corrisponde all’avvenire.
Anche ai giorni nostri il timore nasce dal pensiero comune, dalla morale oggettiva, dal giudizio altrui, dalle regole e linee guida stabilite e silenziosamente accettate dalla massa, ed a cui ci si sente obbligati a sottostare perchè discostandosi da queste, pur nel rispetto di leggi e terze persone, si rischia di essere visti ed additati come “diversi” da coloro che seguono la strada maestra, e cioè dalla maggioranza.
E la lotta tra il bisogno di omologarsi ed essere accettati, e la voglia di esprimersi, desiderando il meglio per se “cercando di imparare a volare”, è agguerrita, in una società dove è diffusa la paura del diverso e ci si sente sicuri solo nelle certezze che ci sono state concesse ed indicate.
Chi tende continuamente verso l’alto deve aspettarsi prima o poi d’essere colto da vertigine ed anche di cadere.
Ruzzolare e rialzarsi serve per migliorarsi.
Se non sai perché e dove hai messo il piede in fallo non puoi evitare un’altra caduta.
Come il bambino impara a camminare con infiniti capitomboli, e l’uccellino a volare lanciandosi dal nido seguendo l’insegnamento dei genitori, anche chi tende verso l’alto, rischiando di cadere nel precipizio, si sentirà sempre più sicuro dopo aver capito che un capitombolo ogni tanto non fa così male.
L’antidoto alla paura di cadere non è l’accortezza, ovvero il calcolo delle possibilità, la prevenzione, poiché non si può nulla di fronte all’onnipotenza o alle infinità del possibile (“Nel possibile, tutto è possibile”).
È l’indeterminatezza delle possibilità che causa la sofferenza e l’inquietudine.
L’unica soluzione per imparare a volare è la fiducia in se stessi e nelle proprie capacità, credere che tutto sia possibile.
Concludo con una strofa di una canzone di Jovanotti, che non è un filosofo ma descrive in modo appropriato questa sensazione di vertigine:
Forse fa male eppure mi va
Di stare collegato
Di vivere di un fiato
Di stendermi sopra al burrone
Di guardare giù
La vertigine non è
Paura di cadere
Ma voglia di volare
Mi fido di te
Io mi fido di te
Ehi mi fido di te
Cosa sei disposto a perdere
Un abbraccio
Daniela Bonomelli



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