ANNI POST SEPARAZIONE

 

Dovette rinunciare a fare la mamma a tempo pieno, i suoi genitori furono quasi costretti dalla situazione a farle da baby sitter in ogni momento e lei  si ritrovò a vedere i suoi figli tra una doccia ed un cambio e l’altro.

Ore su ore per cercare di risolvere tutti i problemi e debiti che lui le aveva lasciato e riuscire a mantenere i suoi bambini.

Il suo ex, al bar, si era permesso donna delle pulizie, barista che apriva al mattino per le colazioni, baristi la sera, per un certo periodo anche il pomeriggio, perché nel frattempo doveva seguire anche la politica ed avere tempo per tenere quelle public relations che tanto lo soddisfavano.

Ma dico io, fai una cosa alla volta, cerca di seguirla e portarla a compimento, poi magari passi ad altro. No, questo non era nel suo modo di fare. Il suo ex, secondo Sofia, ha avuto tante buone idee, nella vita, peccato che non abbia mai avuto la costanza, la perseveranza e la forza di volontà di portarle fino alla fine e di impegnarsi a pieno per il raggiungimento dei  suoi obiettivi.

Qualità che lei invece ha in abbondanza, ma fino ad ora non le hanno mai permesso di raggiungere i suoi obiettivi perché minati sempre dagli altri suoi valori, che ormai ritiene siano dei difetti, l’onestà, l’umiltà, l’ingenuità, la fiducia, la bontà, la pazienza, la speranza.

Presa in mano la situazione del bar, si rese conto che, a parte il fatto che il suo ex spendeva gli incassi di notte per le sue passioni, i costi erano troppo alti e quindi iniziò ad eliminare pian piano donna delle pulizie, barista del mattino, baristi della sera e nel giro di pochi anni si ritrovò dall’aprire la mattina al chiudere la notte quasi sempre da sola. Un’aiutante per darle una mano in cucina a pranzo e  il cambio ogni tanto.

Vi lascio immaginare lo stress.

Ma perché certi uomini prendono decisioni ed impegni, anche importanti, se non sono convinti di voler fare il possibile per portarli a compimento? Perché si permettono di “rovinare” la vita di un’altra persona lasciando che si prenda totalmente le responsabilità che pensava sarebbero state “divise per due”? Perché prendono decisioni così rilevanti con tanta superficialità credendo che queste non avranno delle conseguenze se non portate a termine?

Sofia aveva deciso di sposarsi ed avere figli, ma non da sola!

Non credeva che si sarebbe ritrovata con tutte queste responsabilità da affrontare in solitudine! Altrimenti forse avrebbe aspettato o preso un’altra decisione al riguardo.

Anche l’intestarsi l’attività l’aveva fatto perché convinta che sarebbero stati in due a gestirla, altrimenti avrebbe continuato a fare tranquillamente l’impiegata.

Perché certi personaggi si permettono di sconvolgere i sogni o addirittura la vita di un’altra persona?

Purtroppo Sofia mi ha confessato che tutto questo la fece cadere in depressione. Non solo una volta, si vergogna a dire anche questo, ha pensato di farla  finita in modo definitivo.

Come moglie aveva fallito, come imprenditrice, malgrado gli sforzi, non riusciva a risollevare la situazione in cui si era ritrovata, i figli li vedeva a malapena e doveva lasciarli alle cure dei suoi, e quindi si sentiva fallita anche come madre. I fornitori, il proprietario dei muri del locale, con cui già il suo ex era rimasto indietro con l’affitto, le stavano addosso. Ogni poco c’era un atto di precetto o di pignoramento a cui far fronte.

Gli avvocati? Doveva farsi coraggio per affrontare anche quelli, perché malgrado abbiano lavoro grazie agli sbagli fatti dalle persone ingenue come lei, e questo lavoro dovrebbe essere di difenderle e risolvere i problemi, erano bravissimi a farla sentire ulteriormente una fallita, solo che per queste sensazioni poi si ritrovava con gli stessi problemi e la parcella da pagare.

Addirittura uno di loro una volta, credo per giustificare l’ennesimo fallimento nella richiesta di alimenti o più precisamente la dimenticanza di iscrivere un’ipoteca sulla casa che il suo ex marito aveva in comune con i fratelli, ipoteca che avrebbe dovuto essere iscritta in fase di divorzio, in modo che almeno in futuro potesse avere queste cifre arretrate, se non da lui almeno da qualcuno della sua famiglia che fosse interessato ad avere la casa libera da limitazioni (una piccola distrazione),  insomma questo avvocato le disse che le prime lettere del suo nome e cognome insieme significavano “perdente”, come a dirle che doveva rassegnarsi e non era a causa della svista se la sua vita era un disastro, il suo “piccolo errore” non era all’origine delle sue disgrazie. Riuscì a lasciarsi abbattere anche da questa frase, mi raccontò che ci pianse per settimane, e quella frase risuonava spesso nella sua mente. Altro esempio del potere della psiche, di come sia possibile manipolarla. Era riuscito a farla sentire inadeguata ed in colpa  per un lavoro che lui aveva fallito e per cui lei doveva  pagare economicamente e psicologicamente.

Le persone oneste come me, come lei, nella società odierna non riescono a spuntarla neanche seguendo gli iter giudiziari corretti.

La legge, anche questo l’aveva imparato a sue spese, “non è affatto uguale per tutti”.

Sofia mi confessò che alcune volte arrivò anche a progettare come farla finita. Sarebbe stato più semplice. I problemi li avrebbe risolti tutti in un colpo solo. In modo particolare non avrebbe più sentito quel senso di fallimento che la opprimeva per le sconfitte ricevute in ogni settore della sua vita. Ma sarebbe stato un atto egoistico da parte sua lasciare la responsabilità dei suoi figli ad altri e scappare dai suoi fallimenti.

Alcune volte cercò di stordire queste sensazioni grazie ad una caipiroska o ad un ciupito in più. Il giorno dopo però, al risveglio i problemi erano ancora lì ad aspettarla e faceva fatica a far fronte anche a quelli già in essere, rischiando di crearne degli altri.

Anche se non sapeva più cosa fare ed era smarrita, dato che il senso del dovere, la laboriosità e l’onestà non l’avevano portata molto lontano, sapeva che non era comunque il modo giusto per risollevarsi.

Quindi continuò ad impegnarsi.

Sorrideva ai clienti durante le ore di lavoro e piangeva sola la notte, il giorno dopo cercava di affrontare i problemi che si presentavano e la notte, di nuovo sola, piangeva.

Quante lacrime ha versato. Ma anche quello non la aiutava.

Più piangeva e si disperava, più aveva l’impressione che i problemi fossero irrisolvibili. E forse era così, solo che Sofia, per la solita cocciutaggine ed il solito orgoglio, non voleva ammettere che era arrivato il momento di mollare ed arrendersi.

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