LA SCELTA

La maggior parte delle azioni che facciamo e delle decisioni che prendiamo nella nostra giornata richiedono una scelta. Che riguardi i soli oggetti materiali o aspetti importanti della nostra esistenza la vita è una questione di scelte.

Fin dal primo mattino scegliamo a che ora svegliarci, se andare al lavoro o dedicarci al riposo, alla famiglia, alle nostre passioni… opsssss 🙂 magari fosse possibile scegliere su questa opzione, ma fingiamo che la maggior parte delle persone possa farlo… cosa mangiare per colazione, come vestirci. Nell’azienda in cui lavoriamo dobbiamo vagliare tra determinate azioni, sulla via del ritorno verso casa possiamo optare oppure no per degli acquisti che ci costringono ad altre scelte, poi  decidiamo come impiegare il tempo libero, e così via.

La nostra esistenza ruota attorno ad un susseguirsi di scelte che avranno ripercussioni su essa.

Ogni scelta ha una sua conseguenza, da qui “l’ansia da decisione” che spesso ci logora.

Fortunatamente la maggior parte di queste sono diventate automatiche o non richiedono grandi valutazioni, come gli acquisti che sovente diventano ripetitivi salvo qualche eccezione saltuaria, la cucina, i tragitti da percorrere per andare nei soliti luoghi, ecc..

Altre decisioni invece, riguardanti aspetti importanti della nostra vita, richiedono più impegno cosciente ragionato, e spesso la paura di sbagliare ci paralizza (vita di coppia, famiglia, figli, carriera).

Digitando la parola scelta l’amico Google mi ha dato la possibilità di vedere un video di Barry Schwartz (https://www.youtube.com/watch?v=Vax0TF9U-_Q), psicologo e docente di teorie sociali, in cui, spiegando il suo libro “Il Paradosso della Scelta”, afferma che, malgrado nelle società industriali moderne si creda che massimizzare il benessere dei cittadini significhi massimizzare la libertà individuale aumentando le alternative, troppa scelta vuol dire troppa responsabilità, troppa paura, troppa autocolpevolizzazione, aspettative troppo elevate, insoddisfazione, rimpianto per le alternative scartate.

“Più scelte ci sono più è facile dispiacersi di qualunque dettaglio che sia insoddisfacente dell’opzione scelta.

Il valore che diamo alle cose dipende da ciò con cui le confrontiamo e quando ci sono tante opzioni possibili è facile rappresentarsi le caratteristiche attraenti delle alternative scartate.

Infatti qualsiasi possibilità tu ti conceda, scegli di rinunciare alle altre, e queste, hanno il potere di rendere meno attraente ciò che facciamo.

Inoltre una vasta gamma di possibilità innesca una spirale crescente di aspettative che, se non appagate, deludono. Quando c’erano meno opzioni  era ancora possibile essere sorpresi piacevolmente da ciò che si sceglieva.

Una delle conseguenze catastrofiche di questo vasto assortimento di possibilità è il senso di responsabilità che insorge per la scelta sbagliata e che ha portato ad un’esplosione della depressione.” (Barry Schwartz)

Ma dove sta scritto che una scelta deve essere definitiva e non può essere rivalutata?

Molte volte alcune decisioni vengono prese sull’onda di emozioni, stati d’animo o condizionamenti subiti, o perché convinti che in quel momento e in quella situazione sia la scelta migliore da fare.

In seguito poi le circostanze, le persone o le priorità possono variare, di qui, l’intelligenza necessaria per capire che è possibile modificare anche le decisioni prese, senza doversi rassegnare e deprimere perché non soddisfatti.

Persistere nelle scelte ormai svalutate e che non hanno più ragione di essere solo per orgoglio o senso di responsabilità porta in egual modo alla paralisi ed alla deriva inesorabile degli eventi.

Tornare sui propri passi permette di rivalutare le opzioni scartate ed insegna ad accettare di non poter recuperare tutte le situazioni o persone che si erano accantonate facendo la scelta precedente.

Chi è insoddisfatto malgrado le troppe opzioni dovrebbe pensare a chi non ne ha affatto!

A chi non può scegliere cosa mangiare perché non ha cibo, a chi deve lavorare in condizioni di sfruttamento perché non ha alternative.

Forse, come dice Barry  Schwartz, la redistribuzione del reddito non renderebbe felici solo i più bisognosi ma anche coloro che si lasciano paralizzare dall’abbondanza.

Fare delle scelte importanti comporta coraggio, ma una volta presa la decisione, aumenta l’autostima e ci si sente più leggeri, più forti.

Come ho scritto anche nel mio libro “Ossessione uomo no grazie, meglio senza” optare per  l’uomo sbagliato può far insorgere un grande dolore, ma non scegliere affatto preclude un insegnamento e qualsiasi altro fattore positivo che ne può derivare, tipo, per quanto mi riguarda, l’avere avuto i miei meravigliosi figli.

Credo che il modo migliore per prendere una decisione importante sia seguire i propri valori.

Se questa non va contro i nostri principi fondamentali non potrà mai essere un completo sbaglio e trasformarsi in rimorso o rancore e la scelta sarà sicuramente un’esperienza di crescita positiva.

La libertà di scegliere non presuppone di essere infallibili, ma di optare per un’alternativa nella convinzione di aver fatto tutto il possibile per decidere bene, e nel migliore dei modi, e se si fa un errore… a tutto c’è rimedio 😉

O no!

Un abbraccio

Dany

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